# Commodore VIC 20

Jack Tramiel, fondatore della Commodore

Hardware Information
Year: May 1981 (1980?) – January 1985
CPU: MOS Technology 6502 @ 1.0227 Mhz
RAM: 5 KB Standard, Upgradable to 8, 16, 24, 32 KB
ROM: 16 KB
Kernal ROM
Char ROM
OS: CBM Basic V2
TEXT MODES: 23 rows x 22 columns
GRAPHIC MODES: 184 x 176
COLORS: 8 character colors, 16 background/border colors
SOUND: MOS Technology 6560 “VIC” – 3 voices / 3 octaves noise and volume
Ports: 6522VIA (X2)
– 1 Joystick / Mouseport
– Round DIN CBM Serial port
– Female edge-connector ‘Cartridge/Game/Expansion’ port
– Round DIN CBM Monitor port
– Male edge-connector CBM ‘USER’ port
– Power and reset switches
– 2-pin DIN Powe rconnector

Keyboard:Full-sized66keyQWERTY
– 8 programmable function keys
– 2 sets of Keyboardable graphic characters
– 2 key direction cursor-pad


Il Commodore VIC 20, a volte scritto anche Commodore VIC-20 è stato chiamto in Giappone: Commodore VIC-1001 e in Germania: Commodore VC 20. Si trattava di un home computer, cioè un computer ad uso casalingo, realizzato dalla Commodore Business Machines Inc. E’ stato prodotto e commercializzato dall’ottobre 1980 al gennaio 1985.

Fu proposto come home computer per la famiglia, cioè per diversi usi e per il gioco, ebbe un grande successo di vendite (2.500.000 unità), superato, in maniera iperbolica, solo dal successivo Commodore 64 (22.000.000 unità).

Ma perchè questo nome?

“VIC” è l’acronimo di “Video Interface Chip”, il nome del circuito integrato più importante della macchina prodotta dalla Commodore nome in codice: MOS 6561 (sigla del chip VIC per il sistema PAL) oppure MOS 6560 (per il sistema NTSC).

Se il VIC era il cuore il microprocessore MOS 6502 era il cervello del calolatore. Il termine “20”, invece, non ha alcun significato specifico. Secondo Michael Tomczyk, responsabile di progetto, lo volle aggiungere solo perchè era un numero che suonava “amichevole”. “Vic” da solo suonava come il nomignolo di un “camionista” (in inglese è il diminutivo di Victor).

Commodore VC 20 o COmmodore VIC 20?

In Germania il nome del computer è stato cambiato in “Commodore VC 20“. “VC” è l’abbreviazione di “volkscomputer”, termine tedesco che in italiano significa “computer popolare”. Il termine “volkscomputer” è stato utilizzato sulla confezione di vendita, nel manuale, nelle pubblicità, ma non sul computer. Molto probabilmente il cambiamento di nome da “Commodore VIC 20” a “Commodore VC 20” è stato deciso in conseguenza del fatto che nella lingua tedesca la “v” è spesso pronunciata come una “f”, quindi “VIC” sarebbe suonato identico a “fick”, una parola volgare.

In Giappone, la prima fabbrica che entro in produzione, si optò per il nome VIC 1001, cioè dal nome della serie (la 1.000 appunto) con cui si caratterizzava la macchina e tutti i prodotti connessi. Questa nomenclatura, non usata nel resto del Mondo, come abbiamo visto, resterà in vigore con tutti gli accessori e periferiche, per esempio: 1531, 1541, etc.
1001 era il VIC in quanto il primo prodotto della “linea 1.000” e tutti gli altri prodotti a seguire.

PICCOLA CRONOSTORIA

Concepito come una versione economica del Commodore PET, venne progettato da Bob Yannes e prodotto inizialmente nella versione giapponese VIC-1001. Fu prodotto in larga scala dalla società dopo la presentazione di un primo modello al Consumer Electronics Show del 1980. Fu soprannominato “the friendly computer“, il computer amico, e commercializzato come computer per la famiglia, per la casa, per il gioco, ad un prezzo relativamente contenuto, ovvero a meno di 300$.

L’ingresso nel mercato delle macchine di fascia bassa riuscì con grande successo, e fu venduto non solo dai negozi di informatica, ma anche attraverso centri commerciali come Kmart; unitamente ad una efficace campagna pubblicitaria, per la quale la Commodore ingaggiò William Shatner (Kirk in Star Trek prima serie) per la realizzazione di alcuni spot televisivi.

Ciò fece sì che il VIC 20 fu il primo computer della storia a raggiungere il milione di unità vendute, di cui 800.000 solo nel 1982! Notevoli se paragonate ad esempio alle 700.000 raggiunte dall’Apple II in tutto il periodo 1977-1982.

Il VIC-20 fu uno dei protagonisti della guerra dei prezzi che la Commodore ingaggiò con la Texas Instruments e che spinse quest’ultima fuori dal mercato degli home computer, ma la produzione della macchina cessò all’inizio del 1985, dopo aver totalizzato oltre 2.500.000 esemplari venduti, quando fu sostituito dal Commodore 16, una macchina che non realizzò lo stesso successo essendo nata in gran parte già obsoleta.

Descrizione generale

Il Commodore VIC 20 Utilizzava la medesima CPU (MOS 6502) del Commodore PET ma uno chassis più piccolo e compatto tanto che in fase di progettazione era stato chiamato MicroPet, i primi VIC 20 erano equipaggiati con la stessa meccanica della tastiera PET.

Successivamente, in fase di revisione dei costi (CR) la tastiera assunse un profilo più arrotondato, la stessa tastiera usata sui Commodore 64 e Commodore 16.

Il VIC 20 implementava il Commodore BASIC in versione 2.0. Al di là delle evidenti differenze nella gestione dello schermo, rispetto al PET, era dotato di una dimensione di pagina testo assai inusuale (solo 22 colonne e 23 righe), perfino gli entry point di alcune funzioni interne del KERNAL funzionavano in modo simile al PET e tale somiglianza rimase anche nei successivi modelli a 8 bit, come nel caso della subroutine denominata CHROUT e deputata a scrivere un carattere sullo schermo.

Va notato che molti programmi in linguaggio macchina potevano girare solo su una configurazione, cioè solo con o senza espansione di memoria. Ciò è dovuto al fatto che la posizione iniziale della memoria utente cambiava in presenza di una qualsiasi espansione (comunque rilevabile agevolmente via software) ed alla relativa difficoltà di scrivere codice macchina rilocabile per il 6502.

Dotazione hardware

Oltre alla CPU MOPS 6502 e alla “scheda” grafica ed audio MOS 6561 il VIC-20 veniva fornito con 5 KB di RAM, ma 1,5 KB di questo erano utilizzati dal sistema per la visualizzazione video e gli aspetti dinamici del Commodore BASIC e KERNAL (un sistema operativo di basso livello) residente in ROM. Solo 3583 byte di memoria del programma BASIC per codice e variabili sono effettivamente disponibili su una macchina non espansa.

All’epoca la Commodore aveva un eccesso di chip SRAM da 1 kbit × 4, quindi Tramiel decise che dovevano essere usati nel nuovo computer. Il risultato finale è stato probabilmente più vicino ai computer PET o al TOI che al prototipo di Yannes, anche se con un chip VIC a 22 colonne a differenza dei chip personalizzati progettati per i computer più ambiziosi (per approfondire l’aspetto storico vedi il libro: Sulla cresta.. del baratro – la spettacolare ascesa e caduta della Commodore).

Dato che la quantità di memoria sulla scheda di sistema del VIC-20 era molto ridotta anche per gli standard del 1981, il team di progettazione avrebbe potuto cavarsela con l’utilizzo di SRAM più costosi per il loro minor consumo di energia, potenza termica e meno circuiti di supporto, ma non fu così.

La scheda di sistema ASSY n.1001006 (le primissime e prodotte solo in Giappone) e le più diffuse ASSY n.324003 utilizzavano le 2114 SRAM e, a causa delle loro dimensioni ridotte (solo 512 byte per chip), dieci di essi erano necessari per raggiungere 5 KB di RAM di sistema.

La scheda di sistema ASSY n.250403 (CR), è passata a SRAM più capienti da 2048 byte che hanno ridotto il numero di memorie a cinque chip: 2 × 2048 byte + 3 × 2114 (1024 × 4 bit) chip.

Ma la memoria base libera restava quella: 3583 byte! Quanti miracoli si riuscivano a fare. Nello specifico la RAM ha 3583 byte liberi, oltre a circa 2 kB per la gestione del segnale video, (per un totale di 5,5 kB, come da “Guida del Programmatore” del VIC 20). Tali confini potevano essere modificati da programmatori anche poco esperti, aumentando così la risoluzione dello schermo (22×23 caratteri) a scapito della memoria libera per il programma!

Dal punto di vista grafico, la risoluzione era di 176×184 pixel (22×23 caratteri in modo testo), forniva da 8 a 16 colori, caratteri programmabili, modo multicolore, possibilità di centraggio del quadro video e una particolare modalità video con caratteri di dimensione 8×16. Inoltre il VIC 20 non è dotato della capacità di gestire sprite a livello hardware.

Come sonoro vi erano quattro canali, tre ad onda quadra ed un quarto per il rumore bianco. Era possibile aggiungere una quinta voce collegando, tramite la porta di espansione, un altoparlante esterno al VIA, un integrato destinato alla gestione dell’I/O ma che presentava anche un’uscita audio.

Disponeva inoltre di un bus seriale (una versione dello standard parallelo IEEE-488) utilizzato per le periferiche Commodore 1540, 1541, 1581, 1570, 1571 e le stampanti Commodore 1525/1526, Commodore MPS 801 o simili, una porta di espansione memoria utilizzata anche per le cartucce GAME, una porta per collegarvi un registratore di cassette magnetiche, dotato di connettore proprietario per l’utilizzo del Datassette.

A corredo e per usi sperimentali anche di domotica vi era una porta input/output (detta user port) contenente l’equivalente di una porta parallela ed una seriale RS-232 non standard con livelli TTL (normalizzabili tramite un accessorio specifico, cod. VIC-1011A) .

Presente una porta per joystick e paddle identica a quelle della console per videogiochi Atari 2600 (anche in questo la mossa fu vincente per offrire da subito accessori già in uso presso altre console e a dimostrare che questa macchina poteva sostituirle essendo anche in grado di essere usata come computer).
La velocità del bus seriale era leggermente più alta che in modelli successivi. Il floppy drive 1540, concepito come specifico per il VIC-20, era in grado di trasferire dati solo alla velocità nativa del VIC-20. Molte unità Commodore 1540 vennero tuttavia aggiornate successivamente dai proprietari con la sostituzione della ROM, che definiva tra le altre cose le costanti di tempo per il trasferimento dei dati. Il bus seriale, con l’eccezione del cambio di velocità, rimase invariato nei successivi modelli a otto bit. La user port rimase del tutto identica sui Commodore 64/128 e fu ampiamente sfruttata come parallela per trasformare questi computer in centraline programmabili per automatismi.

Le vari versioni
Commodore VIC 20 / VC 20 / VIC 1001

ASSY n.1001006 del 1980

I VIC 20 di prima serie montavano la scheda madre ASSY n.1001006 del 1980, prodotte solo in Giappone. Le prime schede avevano qualche problema di surriscaldamento e verso la metà del 1981 fu introdotta una versione con dissipatore di calore maggiorato e non più collegato alla porta di espansione. Queste versioni montavano entrambe la tastiera derivata dai computer della serie PET e vengono oggi definiti “VIC 20 PET style“. Alla fine dello stesso anno (1981) fece la sua comparsa la scheda madre ASSY n.324003 che presentava alcuni affinamenti tecnici, una nuova disposizione di alcuni componenti e una nuova schermatura contro le emissioni RF per rientrare nelle nuove specifiche imposte dalla FCC. Entrambe queste schede venivano alimentate a corrente alternata e si riconoscono dalla presa di alimentazione bipolare. Verso la fine del 1981, la vecchia tastiera fu rimpiazzata con quella di nuovo design che fu poi ripresa anche dal Commodore 64.

Inizialmente tutti i VIC 20, VC 20 e VIC 1001 adottavano la targa identificativa in alluminio dorato (più raramente anche argentato) con serigrafia nera.
In seguito per il mercato europeo si utilizzò un logo differente con la dicitura “VIC” o “VC multicolore per poi arrivare all’ultimo tipo, in alluminio con scritta in rilievo (come i Commodore 64 seconda serie e i Commodore 16).

Nel 1982 debutta una nuova versione che viene chiamata internamente dalla Commodore VIC 20 CR, Cost Reduction. Scheda madre ASSY n.250403 completamente ridisegnata e più compatta. Da 32 chip delle vecchie versioni si passa a 26 chip. Nuovo case “slim” leggermente più arrotondato e compatto (-5mm in altezza). Sezione di alimentazione a corrente continua, che permetterà di produrre un unico tipo di alimentatore sia per il VIC 20 che per il Commodore 64. Questo consentì una maggiore standardizzazione della produzione a tutto vantaggio del contenimento dei costi.

Dati statistici e record

Il Commodore VIC 20 è stato il primo computer della storia a superare la quota simbolica di un milione di esemplari venduti, quota tutt’oggi rilevante che il Commodore VIC 20 ha raggiunto nel gennaio del 1983.

Il periodo di maggiore successo commerciale del Commodore VIC 20 è stato il 1982, anno in cui è risultato anche il computer più venduto nel mondo con 800.000 esemplari venduti. All’apice del suo successo commerciale venivano prodotti circa 9.000 esemplari al giorno. In totale sono stati venduti circa 2,5 milioni di esemplari, quantità che non fa del Commodore VIC-20 il computer più venduto della storia. Tale primato appartiene ad un computer sempre della Commodore Business Machines Inc., il Commodore 64, venduto in 22 milioni di esemplari.

Il Commodore VIC-20 inoltre è stato il primo computer della storia con video a colori venduto al dettaglio ad un prezzo inferiore ai 300 dollari.

Declino ma forse no…

Il VIC 20 è stato il computer più venduto del 1982, con 800.000 macchine vendute. Un milione di unità erano state vendute entro la fine del primo anno.
Quell’estate (1982) Commodore svelò il Commodore 64, una macchina più avanzata con 64 KB di RAM e capacità audio e grafiche notevolmente migliorate. Le vendite del C64 furono inizialmente lente a causa di problemi di affidabilità e mancanza di software.

Ma a metà del 1983, le vendite del C64 decollarono, provocando un forte calo delle vendite del VIC-20. Per cercare di fermare il calo delle vendite, a metà del 1983 il computer era diventato ampiamente disponibile per meno di $90. Mentre le vendite del computer continuavano a diminuire, il VIC-20 venne tranquillamente sospeso nel gennaio 1985.
Forse l’ultima nuova periferica VIC-20 disponibile in commercio era il VIC-Talker, un sintetizzatore vocale; Ahoy! nel gennaio 1986 scrisse: “Che ci crediate o no, un nuovo accessorio VIC … Siamo rimasti sorpresi quanto voi.”

E tale sopresa sarebbe durata a lungo, fino ai nostri giorni, per scopi amatoriali e/o commerciali, sono prodotti ancora software e periferiche per il glorioso VIC 20.

Vedi anche:
– Pubblicità storica del Commodore VIC 20
– Schermate Gioco del Commodore VIC 20
– Cover Cartucce del Commodore VIC 20
– Cartucce ufficiali per il Commodore VIC 20
– Periferiche ufficiali per il Commodore VIC 20
– Manule del Commodore VIC 20

Scarica qui il manuale in italiano del Commodore VIC 20



3 commenti su “# Commodore VIC 20

  1. Giorgio Rispondi

    E’ stato il mio primo Pc ricordo le ore passate a scrivere listati di Basic per piccoli programmini, Era molto limitato è vero però mi ha permesso di entrare nel mondo dell’informatica, cosa che mi ha poi permesso di diventare responsabile informatico in una grossa azienda.
    Avevo poi comprato il registratore e 2 espansioni una di 8K !!! ed un’altra per giocare a scacchi. Davvero bei tempi

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